Laboratorio Paravicini: l’arte di nobilitare la ceramica

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Se pensate che la porcellana abbia il primato della raffinatezza, laboratorio Paravicini è nato per farvi cambiare idea: qui,  dal 1992,  la ceramica “sottile” viene nobilitata fino a diventare molto più preziosa e versatile dell’ormai banale porcellana industriale. Per questo, oltre 20 anni dopo, questo laboratorio artigiano di servizi per la tavola è diventato un punto di riferimento di alta qualità: per il distretto delle 5 Vie, per i milanesi e per i numerosi clienti stranieri (americani in primis) che impazziscono per i disegni e la lavorazione che solo qui sono in grado di trasformare un servizio di piatti o di tazze in un capolavoro realizzato su misura, in base alle richieste del cliente.

Alla guida di questo spazio suggestivo, nel cuore della Milano più antica, oggi ci sono Costanza Paravicini e Benedetta Medici, mamma e figlia, con un’assistente e qualche collaborazione esterna, all’occorrenza.

Fin dal cortile, sul quale affacciano lo studio, il laboratorio e una galleria di lavori che rapiscono lo sguardo del visitatore, l’approccio è molto informale e collaborativo: «All’inizio si parla molto. Il cliente di solito arriva con un’idea, noi cerchiamo di capire l’atmosfera che c’è dietro e poi elaboriamo una proposta che possa trasformare ogni pezzo in un oggetto di arredo», spiega Costanza, la parte squisitamente artistica della squadra. Fino ad arrivare a creare interi servizi di piatti in cui ogni pezzo ha un disegno diverso che va a completare un quadro.

Talenti di famiglia

Arte e fantasia che si sposano con una tecnica particolare: «Ogni decorazione, a mano o a stampa, avviene prima della vetrinatura finale. In questo modo il disegno diventa indelebile e atossico, perfetto anche per la lavastoviglie», spiegano. E mentre Costanza dipinge e crea, Benedetta progetta, ottimizza e coordina la produzione. Una coppia perfetta che non avrebbe mai pensato di lavorare un giorno insieme: «Se me lo avessero detto, non ci avrei creduto» spiega Benedetta, mamma a sua volta, sorridendo «si è verificato in modo naturale e ora, ciascuna con le sue competenze, ci completiamo».

Dalla collaborazione tra due diverse generazioni e sensibilità sono nate le collezioni che, dal 2013, in occasione della Design Week milanese, amano spostare sempre più in là i confini della decorazione e delle forme, per portare linfa nuova alle proposte su commissione. Per questo ogni anno lo storico cortile si affolla di designer e appassionati in coda: c’è sempre qualcosa di sorprendente da ammirare.

L’importanza del tam-tam e del fare rete

Una possibile evoluzione di questa organizzazione perfetta, in famiglia? «Ci piacerebbe riuscire a fare delle collezioni prêt-à-porter, a stampa, più economiche ma ugualmente belle», spiegano «proprio come accade nella moda».

Sullo sfondo, naturalmente non mancano le difficoltà dell’essere artigiani contemporanei: «In Veneto chiude un laboratorio ceramico su due perché non c’è nessun aiuto a livello governativo» affermano. A Milano, però, qualcosa si muove: «Finalmente c’è un po’ più di attenzione da parte di alcune realtà, come la Fondazione Cologni o le 5Vie, e tra i clienti c’è stato il tam-tam, così ora arrivano anche i più giovani che magari hanno scelto di fare qui la lista nozze».

Eppure, se si parla di tramandare un sapere, non c’è scampo: «Non si trovano giovani apprendisti che vogliano imparare questo mestiere». La soluzione? «Fare rete tra artigiani e non smettere mai di creare qualcosa di nuovo».

Per saperne di più: paravicini.it

Testo di Manuela Florio – Foto principale di Elisabetta Pina