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Cantina piemontese

Il laghetto che dà il nome alla via, un tempo – nella Milano dei Navigli – esisteva davvero. Era stato creato artificialmente per consentire un approdo ai barconi carichi di merce (per esempio, il marmo con cui fu costruito il duomo di Milano). Naturale ci fosse un luogo di ristoro, la “Trattoria dell’antico cavalletto con alloggio e stallazzo”, nel 1908, dove il cavalletto era la gru che serviva a sollevare i pesi. Dopo l’interramento dei canali, nell’Ottocento, la trattoria fu trasformata in un trani, la tipica osteria milanese per la mescita di vini a buon mercato. Solo nel dopoguerra il locale prende il nome di Cantina piemontese, quando nel 1946 Egidio Tornaghi lo rileva: sono soprattutto operai e bottegai della zona a frequentarlo. Negli anni Sessanta sono invece gli studenti della Statale a farne il loro punto di riferimento. Nel 77 Adolfo Serra riattiva la cucina: nella Milano che cambia, la Cantina piemontese attrae una clientela meno popolare, avvocati, liberi professionisti, manager. Ma non perde né l’identità né la qualità (tutti gli ingredienti nel menù sono freschi e di stagione), come dimostra l’attuale gestione di Laura Roncoroni Bodini, dal 2000 al comando. Da ammirare l’antico pavimento di beole, il soffitto a cassettoni e l’affresco, datato 1969, del pittore Marco Crippa, attento osservatore della vita da osteria.
Luisa Simonetto

 

Per saperne di più: cantina-piemontese.it

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