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La salumeria della musica

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Quando ha aperto i battenti, il 31 dicembre 1999, per molti milanesi è stato come tornare a casa: fin dal primo giorno La salumeria della musica si è distinta tra i tanti live club dell’epoca per la qualità della programmazione e dei musicisti. Proprio come accadeva al Capolinea, il tempio dei grandi del jazz, nato nel 1968 dall’intuizione geniale di Giorgio Vanni, che aveva chiuso esattamente un mese prima: dal be-bop di Chet Baker fino al jazz elettrico di Chick Corea, era finita un’epoca.

 

E, come in un telepatico passaggio di testimone, è arrivata La salumeria della musica: in piena periferia sud, in uno spazio di archeologia industriale (una ex fabbrica di catene d’oro) con tutto il fascino della città autentica, sono tornati a mescolarsi buona musica e ambiente informale, taglieri di salumi e improvvisazioni di musicisti professionisti che si ritrovano qui, non solo per suonare ma anche per ascoltare e magari progettare.

 

Tutto merito di Massimo Genchi Pilolli, ideatore, fondatore e presenza costante del club, che la buona musica l’ha sempre respirata, ascoltata, cercata e anche suonata alla console, con la cuffia e vagoni di vinili. È lui che qui ha realizzato il suo sogno di “fare Musica” con la M maiuscola:  con nomi del calibro di Peter Cincotti, Radiodervish, Enrico Rava, fino all’ultima musa di Prince, Kandace Springs ma anche progetti più arditi, come quello della Scuola Milanese con Claudio Sanfilippo, Folco Orselli e Carlo Fava. In altre parole: chi ama la buona musica e vuole scoprire la vera anima della città, non può non passare da qui. Basta consultare il calendario fittissimo, sempre aggiornato sul sito o sulla pagina Facebook, per rendersi conto che è rimasto uno dei pochi punti di riferimento che ha saputo coniugare la classe di concerti a base di jazz, blues e funk con la ricerca di nuove sonorità.

 

Con un ulteriore pregio: qui si va per ascoltare la musica sul serio, in silenzio, soprattutto sotto il palco, per non perdere quel crescendo di energia che si instaura tra il musicista e il pubblico e che diventa, puntualmente, magia. Anche per questo, La salumeria è entrata a pieno titolo nella classifica delle 195 Great Jazz Venues mondiali, stilata dalla storica rivista musicale DownBeat.

 

Nell’estate 2017, Massimo Genchi ha affidato a Facebook la notizia che ha sorpreso tutti: la programmazione da settembre 2017 a giugno 2018 sarà l’ultima della Salumeria. La motivazione? «Il locale va bene, ma gradualmente il livello del pubblico, e della musica, si è abbassato. Sono costretto a mettere in programmazione serate più lontane dal mio gusto, come i tributi a grandi del passato. Qui il pubblico viene, ma dieci anni fa non l’avrei mai fatto, preferendo di gran lunga un concerto di Renato Sellani. Anche per me c’è un limite a tutto» (da La Repubblica del 16/11/17). Forse la qualità si difende anche così. Attendiamo fiduciosi nuovi spazi per chi continua a cercarla. Soprattutto in questa città.

Per saperne di più: lasalumeriadellamusica.com

 

Curiosità perMilano: Sabato 28 aprile 2018 alla Salumeria va in scena l’ultimo concerto (“Game over”) con la Tom’s family che qui è nata è cresciuta. Massimo Genchi annuncia la serata facendo un bilancio di questi 18 anni con un post sulla sua pagina Facebook che esordisce così: “L’apertura e la creazione sono state frutto della follia di chi non capisce che scalata si sta per affrontare, firmare kg di cambiali per racimolare quei pochi soldi per costruire, ristrutturare, arredare un posto così grande”… Il resto è storia.

Questo è un piccolo omaggio a Massimo Genchi, è stato girato nel 2001 e inviato da un lettore di perMilano: