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Erba brusca

L’erba brusca è un’erba aromatica spontanea, un nome azzeccato per un “orto con cucina” (e non il contrario) come ama definirsi questo locale sul Naviglio Pavese, dove un tempo sorgeva la celebre Osteria del Tubetto. In realtà, verrebbe facile chiamarlo anche “La casa di Alice”, perché Alice Delcourt, la chef anglofrancese che l’ha fortemente voluto, insieme agli amici Cesare Battisti e Danilo Ingannamorte del ristorante Ratanà, ha dato (in tempi non sospetti ) la sua forte impronta internazionale e sostenibile. Un tocco speciale che si vede e si percepisce fin dall’ingresso con le biciclette a disposizione dei clienti.

 

Il passato di Alice è alla base del suo stile, unico in città: partita dalla Francia a studiare negli Stati Uniti, arrivata in Italia per un Erasmus a Firenze, resta folgorata dai sapori della cucina italiana e decide che il food è il suo futuro. Prima tappa: Londra, al River Café, poi al Park Hyatt di Milano, poi ancora a Milano passa da Alice il ristorante della chef stellata Viviana Varese, fino all’incontro con i futuri soci Cesare e Danilo all’Osteria di Lambrate. L’Erba brusca, erba che cresce nella roggia di acqua sorgiva accanto al locale, diventa realtà nel giugno del 2011 e, da allora, il tam-tam tra i buongustai attenti alla qualità delle materie prime non ha mai smesso di crescere.

 

Il cuore di tutto, naturalmente, è l’orto, dal quale arrivano ortaggi ed erbe aromatiche di stagione che influenzano in modo determinante il menu. Gli spazi dove sedersi a gustare la cucina semplice e gustosa di Alice, disegnati da rgastudio, in perfetta sintonia con la linea green del locale, sono tre: l’interno, caldo e accogliente, la veranda protetta e il giardino sull’orto, sempre in festa d’estate.

 

Ma preparare con cura i piatti del giorno non è la sola occupazione di Alice e la sua squadra. Qui il concetto di sostenere i piccoli produttori di qualità diventa realtà, non solo nella pratica degli acquisti quotidiani, ma anche nell’organizzare le Farm to table dinner, eventi sul posto, nelle aziende agricole e nelle cascine, per educare i milanesi ai sapori veri, che non si trovano più.

 

Dal produttore al consumatore, insomma, c’è solo Alice che, con il suo team, sceglie, assapora e reinventa tutto con la sua arte, figlia di due continenti e influenzata dal grande amore per l’Italia e per Milano, sua città di elezione da una decina d’anni.

 

Come sempre accade nei buoni ristoranti, il menu non si può raccontare. Di certo non è un luogo dove addentare velocemente un boccone e scappare altrove. Dalla panissa di ceci alla tarte tatin di pomodoro, tutto va assaporato con calma, con ottima musica di sottofondo e contemplando un panorama agricolo che, anche se sembra inusuale per la città, in realtà è da sempre parte di essa. I prezzi? Nella media (la sera c’è anche un menu “bianco”, a sorpresa, con quattro portate scelte dallo chef a 32 euro).

(foto Anna Montesi for Essen A Taste Magazine©)

 

Per saperne di più: www.erbabrusca.it

 

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