Il laboratorio di Francesco Pozzato è un mondo a sé. Lo spazio ereditato dal papà, restauratore di mobili antichi, gronda storia e atmosfere magiche fuori dal tempo, che lo stesso Francesco guarda con attenzione e rispetto. Quattro anni fa, con una laurea in architettura in mano, il figlio ha appreso dal padre le basi del mestiere d’arte: «Ho imparato tante cose ma la visione estetica è sicuramente diversa», spiega Francesco.
Negli ultimi due anni, in particolare, è iniziato un lavoro solitario di ricerca e studio dei materiali raccolti in oltre 50 anni di attività paterna: «Mi sono dedicato a mettere a posto le cose e ora sono alla fine di questo percorso. Credo sia il momento di iniziare qualcosa di nuovo e sto cercando di capire cosa fare…».
Quello che Francesco sta cercando di capire è se sia arrivato il momento di cambiare rotta e seguire la propria ispirazione: «Mi sono reso conto che ho tanto materiale che può essere destinato ad altro: mi piace utilizzare quello che c’è e cercare di renderlo più contemporaneo». Il risultato è sorprendente: una vecchia porta è diventata un tavolo con delle gambe nuove in ferro battuto, disegnate dallo stesso Francesco e realizzate da un fabbro; un vecchio cassettone in noce è stato trattato e in parte riverniciato in un color fucsia che lo rende immediatamente attuale… Si tratta di esperimenti ancora timidi che, secondo noi, hanno un potenziale che forse nemmeno Francesco ha ancora colto. Sullo sfondo di queste nuove idee ispirate da vecchi mobili ci sono tutti i valori più importanti del nostro tempo: la sostenibilità, il riciclo e anche, perché no, l’importanza di reinventare un mestiere d’arte che non deve andare perso.
Una particolarità accomuna tutto il legno che in modo casuale (eppure gradevole) abita questo spazio: «Sono tutti pezzi smontati da mobili antichi perché, dopo la chiusura del negozio su strada del papà, ci sono stati grossi problemi per poter immagazzinare tutto», spiega Francesco «Qui ho tanti piani, porte, cassetti smontati… ogni pezzo ha in sé potenzialmente un progetto». E mentre accarezza le venature del legno vissuto, si capisce che ha già qualche idea per trasformarlo in un oggetto dal design del tutto personale.
Le Giornate europee dei mestieri d’arte 2016 sono state per Francesco, una sorta di spartiacque: da qui è iniziata una nuova era e, per l’occasione, il laboratorio di famiglia, al piano terra di un palazzo del Cinquecento nel cuore delle 5 Vie, si è aperto per la prima volta alla città.
Manuela Florio