Laura Menegotto è restauratrice dal 1997 e ha visto tutte le trasformazioni di un mestiere d’arte in continua evoluzione. Il suo laboratorio si trova proprio nel cuore delle 5 Vie, in un palazzo storico dove gli artigiani sono di casa. Qui, Laura studia e applica nuovi metodi di restauro su opere antiche e contemporanee.
La sua caratteristica? «Con Pia (Virgilio con cui condivide lo spazio, ndr) abbiamo imparato il restauro tradizionale che è una base fondamentale, ma abbiamo preso anche l’onda dell’innovazione. Dalla commistione di questi due aspetti è nato un approccio moderno in cui posso utilizzare il microscopio, ma anche vernici a basso peso molecolare, colori per restauro a ridotta alterabilità… questo aspetto della ricerca mi piace moltissimo: non solo dà la linfa per continuare, ma permette di mettere a frutto tutta la tua esperienza».
Un esempio concreto? «Ora sto sperimentando su un’opera contemporanea in latex , confrontandomi con lo stesso autore, lavorando insieme e ragionando anche sulla durata dell’opera nel tempo: un privilegio bellissimo».
La clientela, naturalmente, è variegata ma sempre più spostata sui collezionisti privati. Come si è trasformato il mestiere di artigiano oggi rispetto a ieri? «Sotto certi aspetti è più difficile perché hai più lavori ma con meno regolarità. Un tempo c’era più continuità. Sono oscillazioni che preoccupano perché non sai come regolarti: per esempio, prima di fare investimenti per i corsi di aggiornamento, che sarebbero fondamentali, bisogna pensarci bene…».
Nel frattempo, le collaborazioni tra colleghi, per Laura, sono una realtà: «Ho una rete di persone con cui lavoro da tempo, ciascuno con una specializzazione particolare. Ci chiamiamo per aiutarci e questo è importante». Ma le difficoltà sono sempre tante: «Siamo così piccoli che praticamente non esistiamo. Anche quando si parla di microimpresa non si parla di noi, singoli artigiani. Così si rischia di perdere tutta la nostra maestria perché manca il passaggio di testimone. Certo, si può uscire dall’università e avere tutti i titoli per esercitare, ma l’apprendistato, è fondamentale: il lavoro di alto artigianato ha bisogno di tante, tante ore di lavoro. Quello che le istituzioni non capiscono è che il nostro lavoro, spesso e volentieri, è in perdita. Quindi come facciamo a mantenere anche un apprendista se nessuno ci aiuta?».
Per fortuna qualcosa si muove in città: «Milano mi ha sempre aiutato tanto. Ho iniziato da giovane, lavorando a bottega da un restauratore. E poi qui c’è tutto: l’antico, il moderno, il contemporaneo. Certo: è tutto molto piramidale e oltre un certo livello è difficile arrivare ma ora, grazie alla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, ci sentiamo meno soli e cerchiamo di… aiutarli ad aiutarci».
Per saperne di più: Laboratorio restauro Laura Menegotto
>>Consiglio perMilano: Sabato 16 e domenica 17 aprile (dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19), in occasione dell’apertura straordinaria per le Giornate europee dei mestieri d’arte 2016, il Laboratorio di restauro di Laura Menegotto vi aspetta per raccontare come si è evoluto il restauro e rispondere alle domande del pubblico.
Manuela Florio
[tabgroup][tab title=”MAPPA”][codepeople-post-map][/tab][/tabgroup]