Michela Deanesi è tornata a casa. E dopo un lungo peregrinare si è sistemata, con la sua valigia di ricordi e il suo mondo incantato, nel quartiere che più le è caro: non lontano da via Cagnola, dove tutto è iniziato, finalmente Oplà! rinasce a vita nuova, nel novembre 2016, in via Piero della Francesca 54 (angolo via Bullona). Come già accaduto in passato, ogni trasloco nelle zone più amate della città (via Cagnola nel 2000; via Vigevano nel 2007; via Paolo Sarpi nel 2011; via San Vincenzo nel 2015) corrisponde anche a un nuovo concept, un passo avanti in un processo creativo che non smette di fluire e di alimentarsi di segnali del passato, reinventati in chiave contemporanea.
Miky è un’artista che si definisce artigiana, eppure basta vedere i suoi bijoux per capire che ogni pezzo è un mondo incantato irripetibile, tra sogno e fiaba, contaminato com’è dall’imprinting giocoso di Bruno Munari (da cui nasce il nome Oplà!), dall’amore per la moda e gli accessori che hanno fatto la storia, ma anche dalla pittura, dal cinema, dalla poesia e… dalla città. In più di 16 anni Oplà! ha sperimentato modi nuovi di vivere la dimensione di uno studio con annessa bottega. Dopo un periodo dedicato alla ricerca di materiali e progetti nuovi, è tempo di riaprirsi al mondo con uno spazio che sembra essere stato il suo da sempre, una piccola bottega-laboratorio piena di magia.
Ed è così che, dopo aver partecipato a una collezione di accessori per lo stilista Antonio Marras e aver sperimentato nuovi stimoli e collaborazioni attraverso eventi e fiere come NextVintage di Belgioioso, è arrivato il momento di ritrovarsi con i clienti di ieri e di oggi, in cerca di nuove storie da indossare e regalare. In tutte queste fasi della vita di Oplà!, però, è rimasto un punto fermo: la Collana dei Ricordi che viene realizzata su richiesta, a partire dalle suggestioni di chi desidera ricordare una persona cara o un momento importante della propria vita. Una sfida che Miky cerca e ama in modo particolare. Per poter creare da zero e poter dire, ancora una volta: «Oplà!».
Per saperne di più: oplastudio.it (con e-commerce) e Facebook
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