Al piano terra c’era già Ohibo, l’associazione culturale che negli ultimi tempi aveva animato le notti milanesi con live a sorpresa anche di grandi musicisti della scena contemporanea (dai Green day a Vinicio Capossela).
Nel maggio 2015 qualcosa è cambiato: il piano superiore della vecchia palazzina milanese si è liberato e l’associazione si è allargata. Risultato: gli 800 metri quadrati del primo piano (un tempo sede della polizia di zona, chiamata in gergo, appunto, “madama”) si sono trasformati in un ostello accogliente (13 stanze per 68 posti letto: 4 camere doppie e 9 camerate, a partire da 29 euro a notte) con tanto di Spa (prima c’era anche un centro benessere), il piano di sotto si è ampliato con il bistrot ed è rimasto spazio culturale di arte e musica live (sala prove compresa).
In poche parole, come spiegano gli stessi fondatori: «L’idea è quella di favorire l’incontro tra turisti e residenti, offrendo agli stranieri qualcosa di diverso, anche grazie alla proposta culturale di Ohibo, e a chi abita nel quartiere un locale dove bere e mangiare in un’atmosfera internazionale».
L’esperimento è perfettamente riuscito: l’impronta creativa data dallo studio Controprogetto che si è occupato degli arredi e del design, ha dato un tocco (se possibile) ancora più contemporaneo e sostenibile all’idea iniziale, e l’estrema vicinanza con la Fondazione Prada ne ha aumentato il prestigio nel giro di pochi mesi. Una prima colazione succulenta o un aperitivo musicale nel bistrot, insieme agli ospiti del Madama Hostel, sono altamente consigliati a chi passa di qui. E se pensate sia un posto per under 35… resterete piacevolmente sorpresi.
Per saperne di più: www.madamahostel.com